di Enrico Imperatori
Tra chiari canti e risa soavi,
tutti attendean il risveglio del prode,
nella dimora dei magici avi,
or che riposte giaceano le spade.
Alfin gl’occhi schiuse ai toni più vivi,
incredulo vide il proprio custode,
vegliardo amico dagli occhi espressivi
del qual non si pote far maggior lode.
La lieta novella giunse agli amici,
solo un ricordo divenne l’impresa
che il tristo viaggio parea ormai concluso.
M’ancor s’attendeano giorni felici
in serbo stava la lieta sorpresa,
dei portatori l’incontro festoso.