Mathom

Una altra buona annata ...il 2018



di Riccardo Moretti



Il 2018? Un'annata più che discreta, nonostante qualche previsione poco favorevole e un leggero calo nella produzione, che ha però toccato solamente la quantità, senza intaccare la qualità...

No, tranquilli, quella che state leggendo non è diventata una rubrica di enologia, stiamo sempre parlando di miniature tolkieniane!

L'anno che sta per salutarci ha registrato un minor impegno da parte di Games Workshop, soprattutto per quel che riguarda il nostro paese, ma la cosa interessa più i giocatori che i collezionisti di figurini. La ditta inglese, evidentemente, non ha avuto riscontri economici particolarmente positivi in Italia, per cui la nuova edizione del Middle Earth Strategy Battle Game (la grossa e coloratissima scatola intitolata "Battle of Pelennor Fields") viene presentata con il regolamento non tradotto nell'idioma del Bel Paese; poco male per chi è interessato esclusivamente a collezionare (e a dipingere) le miniature, mentre i giocatori saranno obbligati a perfezionare la conoscenza della lingua di Albione (il che potrà comunque tornare loro utile anche per motivi extra ludici...)

La citata scatola prodotta da Games Workshop presenta una dotazione di un centinaio di figurini, fra i quali spiccano un'ottima versione di Re Theoden di Rohan, a cavallo di Nevecrino, mentre conduce la carica dei Rohirrim, e una notevole riproduzione del Re Stregone dei Nazgul, mentre sorvola i campi del Pelennor in groppa ad un'impressionante creatura alata.

Nella serie parallela a quella di Games Workshop, che comprende le produzioni in resina di Forge World (si veda la precedente puntata della nostra rubrica), si segnala un fiero porta stendardo di Dol Amroth: l'immagine che ci viene mostrata sulla pagina web ci induce ad una breve digressione sulla colorazione delle miniature. Games Workshop/Forge World si affida a veri e propri pittori, dotati di una tecnica inappuntabile nel rendere le luci e le ombreggiature di vesti e drappeggi, nel far risaltare minuziosamente i particolari di armi, armature e stendardi; l'unico appunto che si può muovere riguarda la tendenza ad esasperare, in un modo che potremmo definire un poco caricaturale o "fumettoso", i tratti dei volti dei personaggi. Il dibattito è aperto, ma ripetiamo, a scanso di equivoci, che la tecnica di pittura resta veramente eccezionale, tale da scatenare l'invidia dei tanti appassionati non in possesso di altrettanto talento...

Se Games Workshop, direttamente o tramite la consorella Forge World, si dedica principalmente a riproduzioni da utilizzare in scene di battaglia, Mithril, con la ormai mitica serie "Fellowship", che si occupa di tradurre in realtà le migliori proposte dei suoi fedelissimi "adepti", risponde con raffigurazioni di scene o personaggi, anche secondari o generici, profondamente calati nel clima delle opere letterarie tolkieniane.

Prendono vita in questo modo un "Dwarven Scribe" (MZ651), intento a vergare su un grosso tomo qualche narrazione riguardante il popolo dei Nani (o, magari, semplicemente un elenco delle incommensurabili ricchezze ammassate nelle viscere di qualche montagna...), e un "Rohir Minstrel" (MZ658), sicuramente lo stesso citato al termine del VI capitolo de Il Ritorno del Re (La battaglia dei campi del Pelennor):



"Non erano pochi i caduti, famosi o ignoti, capitani e soldati, perché grande era stata la battaglia e nessuna storia ancora ne ha mai dato la completa descrizione. E così molti anni dopo a Rohan un menestrello narrava nel suo canto dei Tumuli di Mundburg:..."



Ma il pezzo forte dell'ultimo anno in casa Mithril è, secondo il sottoscritto, quello che rinverdisce i fasti delle "Vignettes" di qualche anno addietro. "Galadriel terrible aspect" (MZ648) è la riproduzione filologicamente ineccepibile della scena descritta nel Signore degli Anelli:

"Scese una lunga scalinata Dama Galadriel, e mise piede in una profonda conca verde, attraversata dal mormorante ruscello d'argento che sgorgava dalla fontana sulla collina. Sul fondo, una vasca d'argento bassa e poco profonda poggiava su un piccolo piedistallo scolpito come un albero frondoso; accanto vi era una brocca d'argento..."

"...<<Tu mi daresti l'Anello di tua iniziativa! Al posto dell'Oscuro Signore vuoi mettere una Regina. Ed io non sarò oscura, ma bella e terribile come la Mattina e la Notte! Splendida come il Mare ed il Sole e la Neve sulla Montagna! Temuta come i Fulmini e la Tempesta! Più forte delle fondamenta della terra. Tutti mi ameranno, disperandosi!>>

Levò in alto una mano, e l'anello che portava irradiò una gran luce che illuminava solo lei, lasciando tutto il resto al buio. In piedi innanzi a Frodo pareva adesso immensamente alta, e il fascino della sua bellezza era insostenibile..."



Naturalmente, oltre alla fedeltà alle parole dello scrittore, va rimarcata la qualità della scultura, che continua ad essere un'importante prerogativa di tutte le produzioni della benemerita ditta irlandese.