Il Bianco cavaliere


di Enrico Imperatori


Le lacrime piante dai prodi amici bagnaron le stelle nel freddo lago.

Gli astri che videro tempi felici

da prima che il male ponesse il giogo.


Nemmen la vista dei grandi rapaci, scorse la lotta del potente mago, sin nel profondo di gole capaci,

sin che anche il monte di lotta fu pago.


Ai nove spettri del nero signore, ecco s’oppone il bianco addobbato ed il nero occhio già rutila inquieto.


Nell’oscura torre accresce il timore, l’uragano allenta il suo vento, poiché negli antri il flagello fu vinto.



Il re del palazzo d'oro

di Enrico Imperatori


Sul bel trono, nell'aureo maniero, assiso stava il re venerando,

ma nobiltà da lui stava svanendo obnubilata dal vil lusinghiero.


Lingua forcuta, fiato menzognero, dietro le quinte il mago cospirando rendeva schiavo, minando il comando, il vecchio sire ormai prigioniero.


Giunse per tempo il bianco cavaliere, accompagnato da nobil compagni, per porre fine al giogo sciagurato.


Quando il disegno fu alfin palesato e il velo cadde dagli occhi suoi degni

avvampò ancor antico valore.