La sessualità nelle opere di Tolkien

Tavola Rotonda Endòre 5 novembre 2023

 


AB (Adriano Bernasconi), S (Simone Bonechi), E (Elena Grecchi), FM (Franco Manni), AQ (Alberto Quagliaroli), FR (Filippo Rossi)


[La trascrizione del file audio è a cura di Samuele Grazioli]







  1. Importanza del tema. Manzoni disse che, pur parlando di fidanzati e matrimonio, nel suo romanzo non voleva esplicitare gli aspetti erotici e sessuali, perché già "nel mondo se ne parla dieci volte più del necessario". Si cita Manzoni non per dargli ragione, ma per introdurre vari aspetti della vita collegati tra loro, eppure non coincidenti tra loro e come li troviamo nelle opere di Tolkien: i rapporti coniugali, l'innamoramento, il romanticismo, l'immaginario estetico/erotico, i rapporti sessuali, i rapporti famigliari (derivati da quelli sessuali) e la amicizia/amore. 


FM: È un argomento che ha vari aspetti molto particolari, ad esempio quello dell’omosessualità, non perché vi sia una vasta o ridotta presenza di omosessualità nelle opere di Tolkien, piuttosto perché tra il fandom tolkeniano il tema è stato molto dibattuto nel corso del tempo, ad esempio ci si chiede talvolta se tra Sam e Frodo vi sia un rapporto omosessuale. Manzoni, già un secolo prima, aveva detto che pur parlando di fidanzati e di matrimonio nei Promessi Sposi, non voleva esplicitare i temi erotici o sessuali, perché diceva che nel mondo se ne parlava già dieci volte più del necessario. La citazione a Manzoni non è tanto per dare ragione alla sua opinione, ma per introdurre alcuni aspetti di vita che ritroviamo anche in Tolkien, ovvero i rapporti coniugali di chi è sposato, l’innamoramento, il romanticismo, l’immaginario estetico di bellezza - poiché può essere legata all’erotismo, la bellezza - e ancora i rapporti famigliari, che derivano da quelli sessuali, e anche l’amicizia / l’amore, poiché ci possono essere rapporti sessuali senza amicizia e senza amore… cioè l’amicizia e l’amore è un aspetto che può esserci, ma può anche non esserci… perciò, questa è la premessa. Cosa dite riguardo a questa tematica in Tolkien, è importante, c’è, vale la pena di discuterla?


AB: Sono d’accordo sul fatto che questo tema sia presente, seppure in maniera mai esplicita, almeno nel Signore degli Anelli; nel Silmarillion, invece, vengono citate ad esempio alcune pratiche di incesto, quindi esempi di sessualità malata, nonostante anche in questo caso non ci siano mai scene esplicite alla George Martin. È giusto trattare il tema della sessualità in Tolkien poiché è un aspetto fondamentale della vita e lo stesso Tolkien è stato padre, e quindi certamente la sessualità l’avrà praticata. È interessante andare a capire in che modo abbia inserito questo argomento all’interno della sua opera letteraria e se nel corso del tempo la sua idea di sessualità sia rimasta invariata o abbia subito cambiamenti, poiché appare comunque più esplicita al tempo della stesura del Silmarillion, tra l’altro proprio nelle prime versioni, quelle presenti in The History of the Middle-Earth e poi nel tempo sembra che abbia tolto molti degli elementi erotici e sessuali già poco presenti di base… che si sono, successivamente, ancor più ridimensionati. Uno dei pochi passi del Signore degli Anelli in cui questo tema viene raccontato è quello alle Case di Guarigione tra Eowyn e Faramir, quando i due si baciano.


S: Quel primo bacio dopo l’innamoramento e il corteggiamento. Ma, oltre a ciò, come dicevi giustamente, di scene esplicite nel Signore degli Anelli non ce ne sono. A me, come lettore, la prima volta che lo lessi, questa omissione mi piacque molto; in effetti mi sembrava anche giusto, visto il tono e il registro del romanzo, che le scene troppo esplicite fossero eliminate. C’è comunque molta violenza, un’altra cosa che Martin usa molto graficamente, ma il sesso no, e questa scelta mi è sembrata molto opportuna, l’avrei visto come uno “scadimento” rispetto al registro generale del romanzo. Mi pare abbia fatto un discorso come quello della religione, non esplicitamente espressa… quando, ad esempio, criticava Lewis per aver messo la religione esplicitamente in Narnia. Credo per il discorso del sesso abbia fatto un ragionamento analogo. Anche nel Silmarillion non ce n’è quasi per niente, mi viene in mente la scena di Luthien che balla davanti a Morgoth e quest’ultimo ha come un’eccitazione velatamente sessuale. Penso comunque che la scelta sia ricaduta anche sulla volontà di mantenere un registro narrativo costante.


AB: Quindi legato anche all’aspetto cavalleresco dell’amore, come nell’epica medievale?


S: Sì, esatto. Poi ci sono, ovviamente, delle realtà ben presenti e accettate, come la costituzione di un’ampia famiglia tra Sam e Rose; però, anche in questo caso, si vedono gli effetti del rapporto e nulla di esplicito dal punto di vista erotico e sessuale… si vede il “prodotto finito” e non la “lavorazione”.


AQ: Dal momento che Tolkien aveva come riferimento la letteratura medievale, molto probabilmente ha valutato anche questo aspetto, basandosi su quelle opere… oltre ad aver fatto come Manzoni, che già alla sua epoca se ne lamentava (che si inserisse troppo sesso nelle opere – ndr), figuriamoci nel Novecento, all’epoca di Tolkien, quanto fosse diffuso il sesso nella letteratura. Nelle opere più alte della letteratura medievale, probabilmente, questo aspetto non era considerato, ma chissà quanti racconti popolari nel Medioevo parlavano senza censure di sesso.


AB: Sì, anche nel Medioevo c’era una vasta produzione letteraria a sfondo erotico, ad esempio i Fablieaux erano pieni di elementi sessuali.


AQ: Evidentemente Tolkien non ha fatto studi su queste opere.


AB: Anche il Decameron di Boccaccio, se ci pensate, era pieno di scene di sesso, così come nei già citati Fablieaux francesi che sono ancora più espliciti.


AQ: Lui, però, pur essendo esperto del settore, non le ha studiate, queste opere.


AB: Probabilmente Tolkien si è ispirato all’epica cavalleresca, che invece omette questi scenari.



2. Presenza/assenza di queste cose (erotismo, romanticismo, sesso, ecc.) nelle opere di Tolkien: dove, come e quanto ciascuno dei vari aspetti elencati è presente o assente nelle opere di Tolkien.


FM: Dove è presente in maniera più evidente la sessualità nelle opere di Tolkien, nei suoi vari aspetti - ovvero l’innamoramento, la bellezza, piuttosto che di unione vera e propria? E quando invece tutto questo è assente, laddove però ci si aspetterebbe il contrario? Va beh, non dico in scene come durante la battaglia o durante il viaggio, mentre si arrampicano sulle rocce, lì è ovviamente assente. Parlo di assenza nei punti in cui ci si aspetterebbe che fosse presente. Magari un’assenza esagerata, come tanti critici, soprattutto quelli ostili a Tolkien, quelli del mainstream, quelli di Repubblica o del Corriere della Sera… o, per andare in Inghilterra, quelli sostenitori di Virginia Woolf o del realismo, eccetera… hanno biasimato poiché sostenevano che non fosse un mondo realistico e quindi che ci fosse un’assenza indebita, un’assenza sbagliata del sesso e dell’eros in contesti in cui, in realtà, uno se lo aspetterebbe. Pertanto chiedo a vuoi: in che contesti di Tolkien è più presente o riconoscibile e dove, invece, posto che sia così, vi sono dei punti in cui risulta più assente?


AB: Mi permetto di leggervi il passo, citato precedentemente, de Il Silmarillion, la scena del ballo tra Morgoth e Luthien, che dice: “Luthien invece fu privata del suo camuffamento dalla volontà di Morgoth, il quale le piantò addosso lo sguardo. Luthien non fu intimorita dai suoi occhi e gli disse il suo nome e si offri di servirlo cantando al suo cospetto alla maniera di un menestrello. Allora Morgoth, ammirandone la bellezza, concepì nel suo cuore una sconcia brama e un disegno più oscuro ancora di quanti non gli fossero nati dentro, dacché era fuggito da Valinor. Così accadde che fosse ingannato dalla sua stessa nequizia, poiché stette ad osservarla, lasciandola per qualche tempo libera e concedendosi segreti piaceri nella propria mente”. Questo è forse uno dei passi più espliciti, secondo me, della sessualità in Tolkien.


FM: È vero, è un passo in cui è presente una certa esplicita sessualità, però in un’ottica negativa, poiché considerata sconcia.


AQ: Usata per ingannare, oltretutto.


S: Ci si sarebbe potuti aspettare, quando finalmente Aragorn e Arwen si sposano alla fine del romanzo, che in qualche modo potessero essere raccontati alcuni dettagli di carattere erotico o sessuale, in un contesto legittimo, ma anche in questo contesto Tolkien non ne parla assolutamente. Forse un’assenza ingiustificata, vista la lunga attesa tra i due amanti per tutto il corso della narrazione. O anche tra Sam e Rose, ma lì è già un altro discorso.


FM: Dici che in quell’incontro a lungo rimandato uno potrebbe aspettarsi una scena di sesso?


S: Sì, ecco, quello è un punto del romanzo in cui ci si potrebbe anche aspettare la descrizione dell’unione carnale tra gli sposi. Invece non c’è nemmeno un accenno, se non talmente vago da essere indefinito. Qualcosa come “la loro lunga attesa giunse al termine”, che vuol dire tutto e nulla.


AQ: Ecco, io sono andato a vedere il lavoro che ho fatto per lo scorso anno per Endòre su “Grazia e Natura”, dove c’erano delle idee importanti su come lui vedeva certe cose e lui diceva… “Una prima azione della Grazia viene rilevata da Tolkien nella lotta contro la concupiscenza che macchia i rapporti tra uomo e donna e impedisce che siano guidati dalla reciproca fedeltà. Tolkien la trova nella fedeltà al matrimonio cristiano. Per un uomo cristiano non c’è scampo: il matrimonio può aiutarlo a santificare e dirigere il desiderio sessuale verso il suo giusto obiettivo. La sua Grazia può aiutarlo nello sforzo, però lo sforzo rimane”. Questo è nella Lettera 83. Quindi la sua posizione sulla sessualità è abbastanza chiara, non so se poi si è evoluta nel tempo. Vorrei anche aggiungere che, essendo Tolkien uno scrittore, ciò che vuole esprimere attraverso la sua opera lo esprime come più gli aggrada, non possiamo pensare che possa scrivere ciò che vorremmo sentirci dire, indipendentemente dalla sua mentalità – retrograda o avanzata, a seconda di quello che crediamo. La sua mentalità lo spinge a scrivere quel tipo di racconto. Se poi fosse stato ai fini dell’intreccio, allora è chiaro: come in tante serie tv di oggi l’aspetto sessuale è importante, ha il suo ruolo. In questo momento sto vedendo Upload e lì l’aspetto sessuale è importantissimo, perché questo autore, questi sceneggiatori hanno ritenuto importante che venisse messo al centro. Invece Tolkien ha ritenuto importante mettere al centro del suo intreccio altre cose.


FM: Che dire? L’aspetto sessuale e di attrazione eterosessuale compare comunque varie volte, tra Aragorn e Arwen, tra Faramir e Eowyn nelle Case di Guarigione, tra Sam e Rosie Cotton al Drago Verde…


AQ: C’è un’ammirazione speciale di Gimli per Galadriel, sconfinata direi, trovando in lei qualcosa che però non viene spiegato.


FM: E poi ci sono Aragorn e Arwen. Ora, io sono un po’ influenzato dai film e non ricordo quali passi del libro vengono utilizzati per esplicitare l’amore tra loro due.


AB: Sono le Appendici, poiché nel testo principale del libro non viene quasi esplicitato.


S: Anzi, non si capisce, per buona parte del libro, che Aragorn e Arwen si amino. Qualcosa nel Concilio di Elrond, ma tra le righe, per mezze frasi. Si capisce solo che, alla fine, si sposano, alla fine del capitolo Il sovrintendente e il re.


AB: Effettivamente Tolkien dedica più tempo a descrivere le poche righe sull’innamoramento tra Faramir e Eowyn che di quello tra Aragorn e Arwen, nonostante sia centrale nell’opera. In merito ai primi due citati, leggo il passo in questione: “Chinatosi, le baciò la fronte, e così rimasero sulle mura di Gondor, mentre un grande vento si levava e soffiava fra i loro capelli biondi e corvini, mescolandoli nell’aria. E l’ombra scomparve e il sole fu svelato e la luce crebbe e le acque dell’Anduin brillarono come argento e in tutte le case della città gli uomini cantavano, spinti da una gioia inspiegabile che traboccava dai loro cuori, e la prese tra le braccia e la baciò sotto il cielo assolato e non si curò di essere in piedi sulle mura visibile a molti. E molti, infatti, li videro e videro la luce che brillava attorno a loro mentre scendevano dalle mura e si recavano mano nella mano nelle Case di Guarigione”. Questo è sicuramente il pezzo più romantico che troviamo nel Signore degli Anelli.


E: È proprio l’apoteosi del romanticismo!


S: La mescolanza dei capelli biondi e corvini è un rimando molto mediato anche ad un’unione carnale, adatto quindi al registro epico del romanzo.


AB: Oppure nel Silmarillion c’è la lunghissima e famosissima storia d’amore tra Beren e Luthien.


AQ: La prima immagine di quel lunghissimo amore è quella danza che lei fa per lui. E poi per Tolkien era fondamentale, perché ha messo il loro nome sulla sua tomba e su quella della moglie.


AB: In questo caso è interessante prendere in considerazione il parallelismo tra la danza che Luthien fa per Beren nel bosco e quella che invece farà per Morgoth per strappargli il Silmaril. È la stessa azione ed è sempre sensuale in ambedue i casi ma con degli effetti molto diversi. È come se, in un certo senso, Tolkien volesse farci vedere due aspetti, uno buono e uno cattivo, della sessualità, pur sempre in maniera figurata e mai esplicita.


FM: Se non ricordo male era una danza illuminata dalla luce della luna. E lì, se non mi sbaglio, c’è un riferimento alla bellezza di Luthien.


AB: Il passo è questo: “Ma non appena gli posò gli occhi addosso cadde preda della sorte e si innamorò di lui; tuttavia, gli sgusciò tra le braccia e svanì alla sua vista mentre il giorno spuntava”. Lei è innamorata dopo che ha visto Beren, ma gli sfugge via.


FM: Luthien è famosa nel Silmarillion per essere bella… un po’ come Elena di Troia, che però era famosa essere bella ma non per essere buona.


AB: Quando però viene più esplicitato l’aspetto erotico e sessuale sembrerebbe, dai passi letti, sempre visualizzato in chiave negativa. Un altro passo che ho trovato dai Racconti incompiuti, ambientato a Númenor, tra Hallacar e Ancalimë. Ve lo leggo: “Hallacar fece in modo che le ancelle potessero contrarre matrimonio in segreto e dichiarò la sua intenzione di dare un’ultima festa in casa sua prima di lasciarla. V’invitò anche Ancalimë, dicendo che era quella la dimora della sua stirpe e che bisognava dedicarle una festa d’addio. Ancalimë giunse scorata da tutte le sue donne, perché non voleva avere attorno a sé uomini; trovò la casa addobbata e illuminata come per una grande occasione, i familiari ornati di ghirlande ciascuno con un’altra ghirlanda in mano per una sposa. “Orsù!” disse Hallacar “i matrimoni sono stati celebrati, le camere nuziali preparate, ma siccome è impensabile che da parte nostra si chieda a dama Ancalimë, erede del re, di giacere con un Massaro, ecco che purtroppo questa notte le toccherà dormire da sola. Ed Ancalimë dovette rimanere lì per forza, essendo troppo grande la distanza che avrebbe dovuto percorrere per rincasare, né d’altra parte l’avrebbe fatto senza scorta. Non c’era uomo o donna le cui labbra non si atteggiassero ad un sorrisetto e Ancalimë si rifiutò di partecipare alla festa, ma se ne stette a letto tendendo l’orecchio alle risate lontane, persuasa di essere lei l’oggetto di quell’allegria”. Poco prima, sempre in quel racconto, scrive anche: “Per loro (gli uomini ndr.) le donne non sono che un fuoco nel caminetto, di cui devono occuparsi altri finché loro non siano stanchi la sera di giocare” e ancora “tutte le cose sono state fatte a loro beneficio, le colline, i fiumi, le donne per i loro bisogni fisici o, se belle, per adornarne tavola e focolare”.


FM: In effetti di donne o elfe presenti nelle opere di Tolkien non ce ne sono tante e si può dire che siano quasi tutte belle. Luthien è considerata una bella donna, Galadriel è considerata una bella elfa, Arwen è considerata bella, Eowyn non lo so perché viene sottolineato di più il suo aspetto di ribellione.


AQ: Non sarà descritta come bella, ma certo viene vista come bella da Faramir.


E: Ci sono altre due donne che non avete citato: una è Lobelia. Perché dimenticarsi di Lobelia Sackville-Baggins? L’altra è la donna che riconosce Aragorn per via dell’erba del re, la guaritrice Violet.


FM: Ecco, queste non sono considerate donne belle, non vengono descritte come belle. Lobelia forse anche in avanti con l’età.


E: Esatto, ma è pur sempre un altro personaggio femminile.


FM: Lobelia è sicuramente legata ad un rapporto matrimoniale con Otho Sackville-Baggins e madre di Lotho; quel matrimonio la sessualità è proprio l’ultima cosa che potrebbe suggerirmi. Si tratta di due personaggi avidi, che rubano cucchiaini. Non educano nemmeno bene il figlio, che è uno scamorzo.


E: La rappresentazione femminile in Tolkien: o è bella, soave, romantica come Galadriel, Eowyn, Arwen (lei poi è bella anche per l’incrocio di razze), a volte che fanno azioni stupidotte come vestirsi da uomo per andare in guerra… oppure sono avide e pensano solo all’eredità, come Lobelia appunto. Non c’è una rappresentazione femminile molto aulica, diciamo così. Il rapporto erotico e di coppia o sessualità non è mai stata, a mio avviso, la priorità di Tolkien nel raccontare questa storia. Era evidentemente un campo di disinteresse quasi totale per lui. Adesso siamo qui a discuterne, va bene, ma secondo me semplicemente non c’è, perché non era quello che voleva raccontare. Quando racconta di Faramir e Eowyn non racconta certamente l’aspetto sensuale e erotico, racconta un classico innamoramento romantico, e anche quando parla di Arwen e Aragorn è sempre il lato più romantico, più platonico. Non ne ha mai parlato, del lato sessuale esplicito.


FM: Ma l’innamoramento non è forse il primo passo verso la via dell’erotismo?


E: Siamo noi che facciamo questo passo in più e lo immaginiamo, nel momento in cui lo racconta, invece, non deve essere agganciato ad un atto fisico specifico, è il “vissero sempre felici e contenti”. Nella letteratura femminile c’è l’esplicito, ma molta della letteratura femminile non è esplicita. Basta un pensiero o un’immagine.


FM: Il rapporto di Faramir ed Eowyn ha portato al rapporto erotico e al matrimonio. Invece quello di Eowyn per Aragorn no, è un innamoramento platonico, neppure negato alla bellezza estetica di Aragorn. Aragorn stesso non viene descritto né come bello né come brutto, ma Eowyn si innamora di lui perché è un uomo maturo, coraggioso, conscio della sua missione.


AB: È un uomo anche saggio.


E: Certo, nella maturazione della sensibilità e dell’educazione sentimentale femminile questo è un passaggio classico, l’innamoramento verso una persona più grande che sembra sicura di sé, che ha il potere… ma certamente non è detto che poi una donna debba avere un rapporto con una figura maschile che corrisponde a quei canoni. È più importante l’innamoramento in sé che l’atto fisico.


AB: Inoltre ricordiamoci che Eowyn era anche insidiata da Grima, in un certo senso, che era interessato a lei sessualmente.


E: Pure! Qualsiasi cosa pur di scappare da Grima.


S: Grima, in un certo senso, rappresenta nel Signore degli Anelli la concupiscenza sconcia che si vedeva anche con Morgoth nel Silmarillion.


E: Può denunciarlo per molestie.


AQ: Stalking, in qualche modo.


FM: Grima non è “politically correct”.


AB: Eowyn capo del Me Too della Terra di Mezzo.


AQ: Volevo citare altri brani delle lettere, in cui si può vedere la considerazione di Tolkien del sesso. Nella Lettera 43 dice: “In questo mondo caduto l’amicizia, che dovrebbe essere possibile tra tutti gli esseri umani, è virtualmente impossibile tra uomo e donna. Il diavolo è infinitamente ingegnoso e il sesso è il suo argomento preferito. I rapporti tra i sessi sono fonti di gravi difficoltà per entrambi. In genere non si trova la vera anima gemella, quasi tutti i matrimoni, anche quelli felici, sono errori, nel senso che entrambi i coniugi avrebbero potuto trovare un compagno più adatto. Nessun uomo, per quanto abbia amato sinceramente in gioventù la sua fidanzata o sposa, rimane fedele a sua moglie nel corpo e nella mente senza un deliberato esercizio cosciente di volontà, senza una rinuncia a sé stesso”. In questa lettera c’è molto della sua visione del sesso e del rapporto uomo-donna.


E: E chi può dire che non possa essere la stessa cosa per una donna?


FM: Io credo che Tolkien ci sia piaciuto e che lo seguiamo da molto tempo perché ha avuto una visione globale sulla vita umana, ci ha dato come un modello di visione dell’essere umano che c’è piaciuto. Elena dice che Tolkien non ha voluto parlare di sessualità nelle sue storie. Cosa significa questo, vuol dire forse che ne riduce l’importanza? Lui, pur parlando dell’essere umano e di cose della vita umana, la visione che ci dà di quest’essere umano…


AB: Però Tolkien parla più di amicizia che di amore.


E: Esatto, più di amicizia che di amore. Tra Aragorn e Arwen più che dell’amore ci si ricorda che parlano, parlano… c’è un rapporto che ricorda più l’amicizia, sono d’accordo.


AB: Pensate a quante pagine utilizza Tolkien per raccontare l’amicizia all’interno della Compagnia, tra gli hobbit, oppure il rapporto che si forma tra Bilbo e Frodo. Tolkien dedica molto spazio ai legami di amicizia, ma molto poco all’amore, se non tra Beren e Luthien, che però sono nel Silmarillion.


E: Potrebbe essere che Tolkien fosse molto consapevole che l’impulso sessuale prima o poi si esaurisce.


AB: Quindi tu pensi che Il Silmarillion l’abbia scritto in gioventù, nell’età dell’innamoramento. Tolkien scrive di Beren e Luthien quando anche lui è innamorato della sua futura moglie. Invece il Signore degli Anelli lo scrive successivamente, dopo anni di matrimonio, e quindi con una visione più disincantata dell’amore, riducendo quindi l’importanza dell’erotismo e preservando e rafforzando invece il valore dell’amicizia tra coniugi.


E: L’amicizia è il sentimento che alla fine fa funzionare il matrimonio nel tempo. Una complicità di amicizia.


AQ: Nell’ultimo pezzo della lettera che vi ho letto prima, Tolkien scrive: “La tradizione romantica cavalleresca in passato ha distolto gli occhi del giovane uomo dalle donne come sono: compagne di naufragio e non stelle guida”.


FM: C’è quindi un aspetto ideologico, di condanna della letteratura cavalleresca dalla quale ha attinto. Dice: la letteratura cavalleresca le ha mostrate come stelle-guida, ma invece sono compagne di naufragio. Tolkien aveva ben presente la letteratura cavalleresca franco-inglese dei trovatori provenziali, eccetera. E la condanna. Anche Dante Alighieri, se vogliamo, nella Vita Nova, mostra Beatrice come una sorta di stella-guida.


S: Di condanna sì, però, dice Tolkien, quando questo aspetto è armonizzato con la religione cristiana: “(La letteratura cavalleresca - ndr.) tende ancora a fare della dama una sorta di stella guida, una sorta di divinità del tipo vecchio stile, ovvero l’oggetto di una nobile condotta. Tutto ciò è naturalmente sbagliato o nel migliore dei casi una finzione. Anche la donna è un essere umano caduto, con un’anima […] ma combinata e organizzata con la religione, come era molto tempo fa, producendo molta di quella splendida devozione alla Madonna che è stata il modo di Dio di perfezionare così tanto i nostri volgari temperamenti ed emozioni maschili e anche di riscaldare e colorare così la nostra religione dura e amara, essa può essere molto nobile. Inoltre, produce quello che ancora è considerato tra coloro che conservano qualche vestigia di cristianesimo come il più alto ideale di amore tra uomo e donna. Tuttavia, io penso che presenti dei pericoli. Non è completamente vera e non è perfettamente ‘teo-centrica’. Distoglie, e ha distolto in passato, gli occhi del giovane dalle donne così come sono veramente, compagne nelle avversità della vita e non stelle-guida. (Uno dei risultati è, osservando la realtà, che il giovane diventa cinico). Fa dimenticare i desideri, i bisogni, le tentazioni delle donne. Inculca la tesi esagerata dell’‘amore vero’ come di un fuoco che viene dal di fuori, un’esaltazione permanente, che non prende in considerazione gli anni che passano, i figli che arrivano, la vita di tutti i giorni ed è svincolata dalla volontà e dagli obiettivi. (Uno dei risultati è quello di far cercare ai giovani un «amore» che li tenga sempre al caldo, riparati da un mondo freddo, senza che debbano sforzarsi in nessun modo; e gli inguaribilmente romantici vanno avanti a cercare questo amore a costo di affrontare lo squallore delle cause di divorzio)”. Dalla lettera 43, del 6-8 marzo del ’41.


FM: Voglio tornare a quanto detto prima da Elena sul fatto che a Tolkien non interessava scrivere di amore e sessualità, mentre l’amicizia ha ben più spazio nella sua produzione letteraria, e in particolare modo nel Signore degli Anelli. Amicizia che non è solo tra gli individui, ma anche tra i popoli, quando ad esempio si alleano i Rohirrim con i Numenoreani.

Ma come il Silmarillion, così anche Il Signore degli Anelli in generale parlano di guerre, ci sono tante guerre, guerre contro un nemico che è sempre incarnazione del Male, non sono tanto guerre di rivalità per conquistare terre. Forse è questo ciò che interessava di più Tolkien: mettere in scena la battaglia contro il male, combattere nemici che in primo luogo non sono rivali, ma portatori del Male. Un sacco di guerre che facciamo noi sono contro rivali o no? Penso che la psicanalisi ci abbia mostrato come la cosa etica di combattere contro il male sia spessissimo solo una cosa di rivalità. Probabilmente, quindi, l’eros è messo da Tolkien sullo sfondo, neppure accennato talvolta. Eppure, in antichità, in Grecia ad esempio, l’amore omosessuale tra i compagni d’armi dell’esercito rafforzava le truppe e serviva a portarle alla vittoria contro i nemici. A me è venuta in mente la battaglia di Cheronea, come si ricorderà Simone, che segna la fine dell’indipendenza delle città greche, che era durata per secoli. Essi vengono conquistati dai Macedoni. C’è un monumento, attualmente esistente, della battaglia di Cheronea, che è un residuo antico; e sotto quel monumento gli archeologi hanno trovato la Legione Sacra, il Battaglione Sacro dei Trecento di Tebe. Trecento scheletri. La Legione Sacra è presente nella letteratura antica e tardo-antica pagana come esempio di amore erotico, in questo caso omosessuale, che serve alla vittoria militare. Nel nostro mondo non c’è più quest’idea, dell’erotismo come mezzo per rafforzare i legami tra i militari. Forse è rimasta nel tardo Medioevo come stimolo al torneo cavalleresco, in cui il cavaliere portava il simbolo della sua amata: la sua rosa, il suo foulard. Ma, fondamentalmente, dopo questo periodo cavalleresco, questa idea va perdendosi. Non c’è più una concezione dell’amore, anche erotico, come rafforzamento dello spirito di battaglia. In antichità questo concetto era chiaramente espresso e molto lodato. Non so se lo sapevate.


AB: Io sapevo che l’educazione a Sparta, ad esempio, legava insieme l’educazione militare con quella erotica - e omosessuale, nello specifico.


FM: E poi, visto che Sparta si è indebolita, l’ha presa Tebe, questa eredità. L’aspetto matrimoniale e poi erotico, in che senso non ha quindi interessato molto Tolkien? Perché non si legava alla guerra.


AB: Potrei fare una critica su questa visione di Tolkien. Mi viene in mente, ad esempio, che Martin, invece, racconta come le politiche matrimoniali abbiano tanta importanza dal punto di vista diplomatico per evitare guerre, trovando accordi e compromessi, risolvendo conflitti. La storia del mondo di Martin è piena di situazioni in cui un accordo matrimoniale – o il fallimento di un accordo matrimoniale – dà inizio a guerre. In Tolkien, invece, raramente succede. Mi viene in mente, nel Silmarillion, Maeglin, che è causa di molti problemi, poiché invaghito della cugina Idril - e da lì si scatenano tutta una serie di faide famigliari. Nel Signore degli Anelli, invece, non troviamo nulla di simile.


E: Perché nel Signore degli Anelli c’è uno scontro diretto tra bene e male. Non c’entrano nulla le politiche di matrimoni diplomatici. La politica matrimoniale ha senso in un contesto di guerra tra pari, qui abbiamo non solo uomini, ma anche elfi, nani, orchetti… insisto, non avevano senso questo tipo di politiche. Poi Martin è uno molto attento a vendere, ha scritto per anni soap opere, sa bene come si vende. Tolkien non mi sembra sia mai stato interessato a questo.


S: La politica matrimoniale è presente solo alla fine, quando Faramir sposa Eowyn, Éomer sposa la figlia del principe Imrahil, per consolidare le alleanze dopo che la guerra contro il Male è vinta.




3. Il contesto artistico/letterario: siccome Tolkien è inserito in una precisa storia della cultura e specificamente della letteratura (antecedenti, contemporanei, successori), potremmo comparare le sue opere letterarie riguardo al tema della sessualità con romanzi , poesie, film per vedere somiglianze e differenze


FM: Possiamo dire che il tema della sessualità è inserito in un contesto letterario, sia nelle opere degli antecedenti, sia in quelle dei successori, sia in quelle dei contemporanei, sia che fossero le fonti di Tolkien o i suoi amici, come gli Inklings, che criticavano la letteratura mainstream. Senza escludere gli autori di film. Si dice che Tolkien sia il padre del genere fantasy, ma sappiamo che ha preso ispirazioni letterarie che vanno dall’Edda germanica ai Nibelunghi al Beowulf. Avendo studiato a Oxford ha potuto conoscere anche i grandi classici latino-greci, di cui però non era entusiasta – anche se ha preso ispirazione da essi, come per la guerra di Troia. Come inglese conosceva Shakespeare, anche se non gli piaceva. Le fonti letterarie da cui ha attinto Tolkien sicuramente parlavano di sessualità: i classici greci e romani, l’Edda germanica, così come Shakespeare. Forse non il Beowulf, che parlava dello scontro con i mostri, i Grendel (padre e figlio) e poi il drago. Lui, poi, si inserisce in un mondo inglese in cui c’erano autori che può aver letto come Dickens.


AQ: Evidentemente non era però interessato a Lovecraft e Howard, che erano antecedenti a lui. Non so se in Lovecraft c’è l’aspetto sessuale.


FM: In Howard c’è.


AB: In Lovecraft praticamente non esiste.


AQ: Io ho visto i fumetti di Conan.


FM: Io ho visto il film con Schwarzenegger.


E: Io ho letto i racconti di Howard.


AB: Non so se conoscesse Edgar Allan Poe, anch’egli antecedente a lui, autore di racconti fantastici nei quali era presente anche della sessualità. Però ne erano descritti gli aspetti perversi, come nella Casa degli Usher, dove è presente l’incesto.


FM: Tolkien era amico degli Inklings e di Lewis, e mi risulta che quest’ultimo, nei suoi romanzi, parlasse di più della sessualità. Non in Narnia.


AB: Confermo: li ho letti tutti, ma non ne parla.


FM: Ho letto Perelandra e la trilogia spaziale That Hideous Strenght e anche lì non mi risulta che parlasse della sessualità. Invece mi risulta che ne parli – e anche tanto - nell’ultimo suo romanzo Till We Have Faces, “Fino a quando abbiamo un volto”. È ambientato nella tarda antichità, in un regno tipo la Cilicia, che non faceva parte del mondo greco ma era influenzato dall’ellenismo. E lui vuole adattare a tematiche moderne la favola antica di Amore e Psiche di Apuleio. Lì la sessualità, sia omosessuale che eterosessuale, è presente. Però è un’opera tarda, se non sbaglio degli anni Sessanta, quando l’amicizia tra Tolkien e Lewis era finita. Degli Inklings conosco solo gli scritti di Lewis, ma mi risulta fossero molto polemici con gli altri autori letterari del loro tempo, con Virginia Woolf o Hemingway o Fitzgerald o Lorenz o Steinbeck o Mann o Joyce. Questi autori parlavano un sacco di sesso e Tolkien e il suo gruppo erano in polemica con questi scrittori.


AB: Sebbene questi autori parlassero di una sessualità un po’ decadente. Sembrano due estremi opposti: non parlarne o parlarne in questo modo morboso o decadente.


AQ: Anche Simenon, con Maigret, erano storie di torbidità di tutti i generi.


AB: C’era anche Agatha Christie, probabilmente, vivente e famosa in Inghilterra, nell’epoca di Tolkien.


FM: Tolkien cercava di differenziarsi dagli altri autori modernisti, legati alla realtà, mentre lui ha creato un mondo fantastico e, al tempo - come ancor oggi da alcuni, proprio per questo - era disprezzato. Ancora oggi, in Italia, Tolkien è disprezzato perché fantastico. Non so se avete letto su La Repubblica, La Stampa o ll Foglio quello che stanno per fare a Roma con la Meloni… gli articoli sono tutti pieni di disprezzo, sono ironici e prendono in giro la Meloni, dicendo che “si contornerà di folletti”.


E: Per forza, la Meloni è di destra… si torna indietro agli anni Settanta.


FM: Il mondo letterario mainstream, quello che in Italia ha il Premio Strega, il Premio Bancarella… è sempre come negli anni Settanta, zero letteratura fantastica.


AB: Anche i romanzieri italiani di letteratura fantastica sono pochi.


FM: Ci sono Valerio Massimo Manfredi o Licia Troisi, ma non sono mai stati valutati bene da La Repubblica. Tornando al tema principale, come può Tolkien aver preso da questi autori il tema della sessualità?


AQ: Penso che Tolkien abbia preso spunto principalmente da opere medievali, di cui aveva studiato per filo e per segno la filologia. È critico anche verso le fiabe e le favole per bambini, che escludevano il sesso… non le vuole.


FM: Lui dice che odiava Peter Pan.


S: Ciò che sconfina nella sfera intima e quindi nella grande narrazione mainstream non lo convinceva. L’amore, poi, comporta una sfera intima che lui non vuole toccare, sia per questioni di registro narrativo che, magari, di pudore, perché la ritiene più adatta a narrazioni realistiche che lui non vuol fare.


AQ: Poi, anche il fatto che metta alla fine del saggio sulle fiabe che la fiaba più bella è Cristo… e quindi se usa anche quella come fonte… va bene, c’è l’adultera, ma diciamo che c’è ben poco di sessuale.


FM: Possiamo dire che sia il vero padre del fantasy? Io penso di sì, successivamente altri autori, come Terry Brooks di Shannara, hanno preso spunto da Tolkien.


AQ: Anche la Rowling. E anche lei di sessualità ne parla molto poco.


E: Si può dire che la Rowling sia sulla stessa scia di Tolkien, da questo punto di vista, nonostante racconti le vite di ragazzi giovani in età di formazione.


AB: Sarebbe interessante sapere che opinione avesse invece Tolkien di tutti quegli scritti medievali in cui la sessualità compare in modo molto esplicito, come ad esempio i Racconti di Canterbury di Chaucer o il Decameron di Boccaccio. Essi non sono fiabe, non sono suoi contemporanei, ma non so cosa ne pensasse.


AQ: Non se n’è occupato.


FM: Esatto, non ho mai sentito nominare Chaucer da Tolkien. Invece nomina Shakespeare per criticarlo. Ma non ha mai parlato neanche di altri autori inglesi famosi, come Daniel Defoe, quello del Robinson Crusoe, o Swift, quello di Gulliver, che peraltro è fantastico.


AB: O Wilde.


FM: Anche Wilde ha scritto racconti fantastici, come Il principe felice. Tra l’altro avrebbero dovuto piacere a Tolkien per alcuni temi trattati, che sono ricorrenti anche nel suo stesso saggio Sulle fiabe. Nel saggio parla di quel “dolore che è simile al piacere”, un pianto buono e liberatorio… si sposa bene coi temi del Principe felice o del Gigante egoista. Però forse si è autocensurato, come già altrove. Proprio in Sulle fiabe, nella bozza, aveva scritto il nome di Carl Gustav Jung, che parla degli archetipi; ma poi, nel testo definitivo, l’ha cancellato. Perché lui non voleva far vedere che queste cose contemporanee, come la psicanalisi, gli interessavano.


S: A lui piaceva Chester. Io non l’ho letto, ma non credo che parlasse granché di sessualità.


FM: Ecco, comunque mi sembra di poter dire che Tolkien non abbia influenzato granché, su questo tema, la letteratura a lui successiva. Infatti, la letteratura mainstream ha ignorato Tolkien, mentre la letteratura fantasy si è ispirata a Tolkien ma è piena di sesso.


AQ: Quelli che dicono di essersi ispirati a Tolkien. Quelli che non dicono di essersi ispirati a Tolkien, come la Rowling, hanno fatto come lui. Oppure Ursula LeGuin.


FM: Su questo ti sbagli, la LeGuin parla di sesso, anche omosessuale. Però lei ammirava molto Tolkien.


AQ: Anche Martin… e loro, nelle loro opere fantasy, hanno messo tanta sessualità. Mentre la Rowling, che non ha mai parlato bene di Tolkien, ha usato il suo registro.


FM: Elena, giustamente, dice che questo accade perché lì parla di adolescenti. Però anche tra adolescenti esistono innamoramento e il sesso, a volte.


E: Ma almeno lei ha fatto una storia di formazione, diversa. Invece la LeGuin, eccetera… secondo me hanno guardato anche alle vendite. Più sesso metti, più vendi.


AB: Però la LeGuin non ha messo tanto sesso, ne ha messo un po’.


E: Sono d’accordo.


FM: Nella Mano sinistra delle tenebre si parla dell’amore omosessuale.


AB: Perché uno dei due protagonisti era un ermafrodita, che poteva mutare sesso in base al compagno alla compagna che si trovava davanti.


AQ: Anche Asimov ha creato una razza di ermafroditi…


AB: Sì, è vero. Erano i discendenti del pianeta di Solaria, gli Spaziali di Solaria che si erano evoluti… era un ermafroditismo che però aveva entrambi i sessi, gli abitanti si autofecondavano poiché gli esseri umani erano singole persone circondate unicamente da centinaia di robot e non vedevano mai altri esseri umani nella loro vita.


4. La ricezione: cosa hanno detto, dibattuto, lodato o criticato sia la critica letteraria sia il fandom tolkieniano riguardo a come Tolkien ha trattato la sessualità?


FM: Parliamo ora della ricezione, da parte dei lettori, dell’opera tolkeniana. Il fandom tolkeniano è enorme. Nella mia vita ho potuto vederlo personalmente, c’è un grande fandom, forse anche per questo che la Melona fa quella cosa lì a Roma.


AB: In realtà la Meloni è una super-nerd, al di là della simpatia che si può provare o meno per lei.


FM: Cos’hanno detto i fan, i lettori o i critici letterari riguardo a come Tolkien ha trattato la sessualità?


AQ: I critici hanno sempre avuto da dire riguardo il tema della sessualità in Tolkien. Per i fan, invece, evidentemente, non è un grosso problema, visto l’amore e l’apprezzamento di pubblico da decenni.


FR: Chiedo scusa per il ritardo. Dal mio punto di vista l’aspetto sessuale in Tolkien manca, ma penso anche che un lettore di Tolkien non lo trovi necessario, anche se in un certo senso credo che possa dipendere dall’età in cui si affronta Tolkien. Se lo si affronta da ragazzi è una mancanza che si sente meno, se lo si affronta da adulti, invece, è qualcosa della quale se ne può sentire la necessità. Non a caso nei film Peter Jackson ha accentuato il rapporto amoroso tra Arwen e Aragorn. La serie televisiva ha anche inventato la storia di amore e seduzione tra Sauron e Galadriel, che non è male. La serie televisiva io l’ho adorata. E termina, se l’avete vista, con una seduzione reciproca, anche sessuale, tra Sauron e Galadriel, che ho trovato azzeccata, poiché non credo che Tolkien l’avesse mai pensata. Però non l’ho trovata fuori luogo e magari va a coprire, anche, una mancanza. Leggendo tra le righe, nel Signore degli Anelli, si trovano elementi di amore e di sessualità. Anche i rapporti pseudo-omosessuali tra gli hobbit, ma anche tra Gandalf e gli stessi hobbit, o anche una storia mancata tra Gandalf e Saruman. Tra le righe si potrebbero leggere tante storie, di sentimento o rapimento fisico tra i personaggi.


FM: Quindi tra le righe si possono leggere dei rapporti sessuali che però non vengono mai descritti esplicitamente? Secondo me tu dici “tra le righe” perché la sessualità è una cosa così importante, nella vita, che non può essere semplicemente cancellata.


FR: Beh, Tolkien l’ha cancellata. È stato però comunque in grado di scrivere un capolavoro letterario senza mai parlare di sesso, neanche di striscio. Non c’è nel Signore degli Anelli, nello Hobbit ancora meno: non c’è nessuna allusione sessuale, addirittura non ci sono figure femminili di rilievo.


FM: Lo Hobbit è una fiaba per bambini, ipotizzo non vi fossero elementi sessuali anche per questo.


FR: Anche La bella addormentata nel bosco è una fiaba per bambini, eppure possiamo trovare alcuni riferimenti di questo tipo. Il fatto che sia un racconto per l’infanzia non presuppone che non vi siano riferimenti alla sessualità più o meno espliciti. Tolkien l’ha proprio eliminata dallo Hobbit e dal Signore degli Anelli, è stato una scelta artistica. È stato talmente bravo da rendere comunque interessante e di valore un’opera in cui c’è la sessualità. Una scelta personale, autoriale, non discutibile. Nella sua vita c’è stato certamente del sesso, ha avuto tanti figli. Ha avuto una storia d’amore molto bella, anche se problematica. Avrà fatto sesso e gli sarà piaciuto, come alla stragrande maggioranza delle persone. Eppure, lo ha eliminato dalla sua opera, forse non gli interessava. L’ha messo tra le righe, qua e là. Ricordo, leggendo il Signore degli Anelli, che uno dei punti più belli che mi sono rimasti nel cuore sono i ricordi di Aragorn di azioni amorose del passato, quando va a piangere sul colle e ricorda che ha incontrato Arwen per la prima volta. Una scena molto erotica, molto sentimentale. Però sempre tra le righe, in modo poetico. Anche il personaggio di Grima Vermilinguo è interessante, lui è attratto sessualmente da Eowyn. Però se devo dire ad un lettore moderno “leggi il Signore degli Anelli”, devo anche dirgli “dimenticati il sesso”, perché non ci sono nemmeno storie d’amore. Leggendo da ragazzo il ciclo cortese di re Artù rimasi sconvolto da quanto fossero espliciti i riferimenti erotici e sessuali tra cavalieri e dame, come nella parte su Lancillotto. Tutte le seduzioni dei cavalieri e delle dame, tutti gli atti amorosi erano descritti in modo oggettivo. Tolkien ha deciso alla base di escludere l’elemento sessuale, è stata una scelta autoriale. Infatti molte opere derivate da Tolkien, come i film, hanno cercato di riempire questi “vuoti” in vari modi, più o meno riusciti. La vera magia di Tolkien è che, leggendo il romanzo, non si sente la mancanza della sessualità, di un atto erotico tra Eowyn e Aragorn, come tra Aragorn e Arwen o tra Frodo o Sam.


5. Un tema particolare ma rilevante nei dibattiti tra critici e fans, cioè la omosessualità: è presente? E, se sì, in che misura c'è la rappresentazione della omosessualità nelle opere di Tolkien? Possiamo chiedercelo sia nel caso affermativo, sia in quello negativo perché, a quanto ne sappiamo, l’omosessualità è sempre esistita nella storia umana e anche ai tempi di Tolkien, che conosceva la storia umana, che aveva amici omosessuali, che ebbe un figlio omosessuale e che, forse , in piccola parte, fu omosessuale egli stesso.



FM: Parlando, però, del fandom in generale, questo aspetto di Tolkien è biasimato? Viene lodato? O non gliene frega niente?


FR: No, minimamente. Anzi, ha stimolato molto la fantasia, poiché ci sono tante fan-art, all’interno del fandom. Le produzioni artistiche degli appassionati cercano appunto di riempire quel “vuoto”, come ha fatto Peter Jackson nei film, andando a raffigurare o raccontare storie d’amore e a visualizzarle. I veri appassionati di Tolkien, però, non si pongono proprio il problema. I messaggi sono così potenti che compensano questa mancanza.


FM: A voi cosa risulta? Ci sono dei fan che hanno espresso un’opinione a favore o contro l’assenza della sessualità nelle opere di Tolkien?


AQ: Io ho la stessa impressione di Filippo.


FM: Per esempio quelli del gruppo romano di Arduini e Testi, ne hanno mai parlato?


FR: Mai. Io penso, anzi, che Tolkien sia in qualche modo stato preveggente, lasciando tra le righe i rapporti erotici e anche omoerotici. Lui ha vissuto la Prima guerra mondiale e il discorso dell’amore omoerotico non può non essergli stato presente. Lui lo ha lasciato tra le righe, come altri tipi di sentimento e di carnalità. Non affrontando direttamente il tema, in realtà, ha lasciato aperte molte porte per l’interpretazione. Piuttosto che parlar male del sesso, ha preferito non parlarne. Ogni lettore trova il suo spazio, in quel “vuoto”.


FM: Dunque abbiamo parlato del fatto che i critici, come quelli del Corriere della Sera, hanno sempre parlato male di Tolkien. Uno dei motivi è proprio l’assenza della sessualità. Invece il fandom non ha né lodato né biasimato le sue opere.


FR: Però la mancanza di sessualità non implica la mancanza di sensualità. In Tolkien non manca una certa sensualità, anche spiccata, tanto in prosa quanto in versi. È sensuale persino nella descrizione dei boschi. Quando racconta del rapporto tra Baccador e gli hobbit, lì è molto sensuale: loro se ne innamorano. Lo stesso capita con Galadriel, quando Gimli parla e pensa a lei. Però non è erotico, manca l’erotismo.


FM: In effetti Baccador è una figura femminile che ci siamo dimenticati, ed ella è pure in un rapporto amoroso, che però ricorda più quello di una madre: loro sono piccoli, lei è grande e protettiva.


FR: Ma tu sai che in psicanalisi la figura della mamma ha anche una componente erotica. Pensiamo al complesso edipico. Inoltre, la descrizione del rapporto tra Baccador e Tom Bombadil è quella di una grandissima storia d’amore, quasi “cortese” alla medievale.


FM: Lui la chiama “la mia dama”, “la mia signora”.


FR: Lì ci sono sfumature quasi erotiche. Ma certo è sensuale. Persino la descrizione delle battaglie è sensuale, carnale. Tolkien non è “freddo”.


FM: Tu hai evidenziato il fatto che ogni lettore ha integrato con la sua sensibilità, alla sua maniera, l’opera di Tolkien nelle sue lacune. A me viene in mente che qualcuno l’ha fatto anche per l’aspetto dell’omosessualità. Io penso che la mentalità borghese e l’essere cristiani dovrebbero essere due cose opposte, che si devono scontrare, per la maggior parte degli aspetti della vita. Eppure, queste due mentalità per alcuni aspetti della vita si sono incontrati, con una certa cautela, perché Tolkien pensava che i rapporti sessuali possano distogliere dall’amore. Pensate che Turing, negli anni Quaranta o Cinquanta, quando Tolkien stava scrivendo e pubblicando il Signore degli Anelli, è stato castrato chimicamente perché avuto un rapporto omosessuale con un giovanotto. Nonostante la società perbenista del suo tempo, in cui Tolkien era inserito, e il forte cattolicesimo che lo animava, la cui dottrina di fatto non accettava l’omosessualità, in tanti hanno ritrovato tra le righe o reinterpretato nei suoi testi alcuni rapporti in chiave omoerotica. Soprattutto in ambito inglese, ma anche in Italia, nel fandom si è diffusa la discussione se vi siano storie omosessuali in Tolkien. Il più citato è quello tra Frodo e Sam, ma c’è anche quello tra Legolas e Gimli. Anche in alcune fan-art di genere yaoi vengono disegnate o scritte storie su personaggi del Signore degli Anelli che intrattengono tra di loro rapporti omosessuali, come Annatar e Celembrimbor. La maggior parte di queste fan-art è realizzate da donne.


AQ: Io vorrei riprendere la distinzione tra sensualità e sessualità già citata in precedenza. Io vedo tra Sam e Frodo un forte rapporto di amicizia, ma non parlerei di un rapporto omosessuale. Sam è devoto a Frodo, ma ciò non gli impedisce di diventare il capo della Contea. La sua umiltà è stata una scuola per poi governare bene la Contea. Io credo che quegli aspetti legati all’erotismo e alla sessualità debbano essere lasciati al lettore che, appunto, reinterpreta e aggiunge alla narrazione di Tolkien. Però se rileggiamo la Lettera 43 sappiamo bene cosa pensava Tolkien della sessualità, pertanto non si può dire che lui l’abbia inserita nella sua opera.


AB: Una cosa che ho notato nelle opere di Tolkien, soprattutto nel Signore degli Anelli, è la presenza di molti single, persone che per scelta o necessità non hanno potuto avere una vita di coppia. Persone che scelgono di stare soli, come ad esempio Bilbo, Frodo o Legolas. Anche Boromir. In un passaggio della Compagnia dell’Anello Tolkien scrive proprio riguardo la sua scelta di stare solo: “Non voleva prendere moglie perché il suo unico piacere era la lotta o l’esercizio delle armi”.


FM: Figure asessuali o celibi. Questa è una cosa interessante. Gandalf, così come Frodo, pur essendo figure molto diverse tra loro, sono descritti come celibi.


FR: Io trovo che la storia omosessuale più bella del Signore degli Anelli sia quella tra Gimli e Legolas. Per me alla fine si mettono insieme. Vanno nelle Terre Imperiture in viaggio di nozze.


AB: E prima ancora vanno assieme a vedere il mare e le caverne.


AQ: “Vieni a vedere la mia collezione di stalattiti”


FR: Si dice che l’ultima cosa che Tolkien racconta del suo ciclo sia la partenza di Legolas e Gimli per le Terre Imperiture, che chiude tutta la sua epopea.


FM: Io trovo qualcosa di profondo in tutto ciò. Come può qualcuno escludere un aspetto così importante della vita? Fosse anche un aspetto platonizzato e vissuto da single… ma non vuol dire che non esista! Il fanciullino che c’è in noi ci fa interpretare Gandalf, ad esempio, ma così come altri personaggi, in maniera asessuale. Un bambino o un ragazzino, quindi, non concepisce il problema dell’orientamento sessuale di Gandalf, non si chiede se egli intrattenga rapporti sessuali con altri personaggi. Ma, come diceva prima Filippo, da adulto uno dovrebbe problematizzare la cosa e chiedersi: possibile che Gandalf non avesse alcuna sessualità? In particolar modo riguardo l’aspetto dell’omosessualità, che sembra visibile solo tra le righe e ci si potrebbe interrogare su alcuni personaggi, come Frodo, ad esempio, per sondare il suo orientamento. È mai possibile che non ne avesse uno? E se Tolkien fosse in parte omosessuale – o bisessuale, come oggi si dice? Non dico che fosse falso o ipocrita il suo amore per Edith. Parto dall’idea che quando si nega qualcosa di sé è sempre qualcosa che poi, appunto, tra le righe viene dichiarata. Esce dalla porta ma rientra dalla finestra, per così dire. Vorrei leggervi un brano poco conosciuto, tratto dal volume The Lost Road della History of Middle-Earth. Qui Númenor è descritta a mezzogiorno, assolata, “mediterranea”, con le cicale che friniscono, come in un’ambientazione antica greca. E c’è una descrizione di Herendil, il figlio di Elendil, visto con gli occhi del suo stesso padre. Un passaggio con un linguaggio shakespeariano e neanche troppo velatamente erotico.

«He passed under an arch of shining leaves, and walked swiftly down rock-hewn steps to the white beach. Elendil looked about him, but he could not see his son. A picture rose in his mind of Herendil's white body, strong and beautiful upon the threshold of early manhood, cleaving the water, or lying on the sand glistening in the sun. But Herendil was not there, and the beach seemed oddly empty.

Herendil!” he called, and his voice echoed along the hollow shore above the soft sound of the light-falling waves. “Herendil!”

And even as he called, he seemed to hear his own voice, and to mark that it was strong and curiously melodious. “Herendil!” he called again. At length there was an answering call: a young voice very clear came from some distance away - like a bell out of a deep cave.

Man-ie, atto, man-ie?”

For a brief moment it seemed to Elendil that the words were strange. “Man-ie, atto? What is it, father?” Then the feeling passed.

Where art thou?”

Here!”

I cannot see thee.”

I am upon the wall, looking down on thee.”

Elendil looked up; and then swiftly climbed another flight of stone steps at the northern end of the cove. He came out upon a flat space smoothed and levelled on the top of the projecting spur of rock. Here there was room to lie in the sun, or sit upon a wide stone seat with its back against the cliff, down the face of which there fell a cascade of trailing stems rich with garlands of blue and silver flowers. Flat upon the stone with his chin in his hands lay a youth. He was looking out to sea, and did not turn his head as his father came up and sat down on the seat.

Of what art thou dreaming, Herendil, that thy ears hear not?”

I am thinking; I am not dreaming. I am a child no longer.”

I know thou art not,” said Elendil; “and for that reason I wished to find thee and speak with thee. Thou art so often out and away, and so seldom at home these days.”

He looked down on the white body before him. It was dear to him, and beautiful. Herendil was naked, for he had been diving from the high point, being a daring diver and proud of his skill. It seemed suddenly to Elendil that the lad had grown over night, almost out of knowledge.

How thou dost grow!” he said. “Thou hast the makings of a mighty man, and have nearly finished the making.”» [traduzione in italiano in calce alla trascrizione]

Mi pare una descrizione assai erotica, di un erotismo omosessuale. Vorrei qui ricordarvi un fatto molto drammatico: il primogenito di Tolkien, John, era omosessuale e molestò vari ragazzi; ma quando fu intervistato su questo si difese in una maniera che io ritengo legittima, dicendo che anche lui da piccolo era stato molestato, da adolescente, dagli amici del padre che, occasionalmente, venivano a casa sua. Il padre, in quelli occasioni, faceva dormire questi amici con John. Uno di questi era W.H. Auden. Io, per ragioni personali, ho letto testi come The Children of the Sun, che parla dell’omosessualità diffusa nell’ambiente di Oxford, una città dove c’erano tanti preti, professori celibi sposati per convenienza e tanti bei giovanotti tra gli studenti. Per cui, come poteva Tolkien essere inconsapevole di queste molestie e dell’omosessualità di Auden? Suo figlio tredicenne è stato molestato più volte dai suoi ospiti… come poteva non conoscere l’omosessualità di Auden? Quando Auden è andato in America e ha spostato Erika Mann, la figlia di Thomas Mann, anche lei omosessuale, per convenienza, e ha iniziato ad insegnare in qualche università di New York, racconta che lui era un omosessuale super-sessualizzato. Si può essere omosessuali, ma non voler per forza saltare addosso a qualunque studente. Invece lui lo era e lo racconta nelle lettere ai suoi amici. E questo Auden veniva ospite a casa di Tolkien e molestava suo figlio. Com’è possibile? La mia risposta è che Tolkien aveva una parte omosessuale che negava. E la negazione forte e profonda è una forma di malattia mentale.


AB: E quindi questa omosessualità è emersa in un altro modo nella sua opera?


FM: È emersa cancellando ogni tipo di rapporto omosessuale dalle sue opere. Tra Silmarillion e Signore degli Anelli, Tolkien ci sono centinaia di personaggi, come è possibile che nessuno di loro fosse omosessuale? Tenendo buona la statistica del rapporto Kinsey, che dice che la percentuale degli omosessuali è tra il 4 e il 5%, cioè 1 su 20, com’è possibile che su centinaia di personaggi raccontati da Tolkien non ve ne sia neppure uno omosessuale? Secondo me, è perché c’è una negazione della realtà.


AQ: Può essere un’ipotesi, ma non penso possa essere verificata a pieno. Tenendo conto della sua formazione, poteva essere che non parlasse comunque di queste cose. Inoltre, lui non era tenuto a guardare le statistiche per scrivere racconti.


FM: Io però suggerirei agli altri interpreti di Tolkien, se la mia ipotesi non fosse valida, di provare a trovarne un’altra più convincente che spieghi perché non vi sia alcun accenno all’omosessualità su centinaia di personaggi.


AQ: La sua formazione culturale prevedeva che di queste cose non se ne parlasse mai apertamente. Inoltre non è necessario che in un qualunque racconto fantasy ci siano tot figure omosessuali in percentuale al totale delle stesse, seguendo le statistiche del mondo reale.


FR: C’è anche da dire che la società britannica del tempo era una società estremamente bigotta che negava l’omosessualità. Tu prima hai parlato di Turing. Anche Sherlock Holmes è un personaggio ipotizzato come omosessuale, ma Doyle non lo esplicita mai. Eppure Holmes aveva rapporti problematici col sesso femminile e molto meno con quello maschile, conduceva una vita in cui la presenza femminile era quasi assente. Ce n’era giusto una, Irina Adler, con cui però aveva un amore platonico. Anche Arthur Conan Doyle è vissuto in un’epoca, anche politica, in cui l’omosessualità era un reato e un argomento di cui non si poteva parlare liberamente. Questo non significa che non ci fosse o non venisse praticata.

Sicuramente Tolkien era a conoscenza di certe pratiche e sicuramente alcune di queste erano presenti anche tra i soldati dell’esercito durante la Prima guerra mondiale; non a caso Tolkien scrive del viaggio di Frodo e Sam come riflesso della sua esperienza bellica e come rapporto di fratellanza profonda e - perché no? - di legame omosessuale, per quanto non messo in mostra ma appunto possibile da leggere tra le righe. Probabilmente non gli era possibile mostrarla, Tolkien era stato educato in quel modo. Oggi la sensibilità è differente, ma all’epoca il tema era rimosso. Probabilmente, se Tolkien fosse vivo oggi, affronterebbe in modo molto diverso tutta la questione. Ma lui è figlio della sua epoca, nella quale l’argomento non si poteva porre. Lui, poi, faceva anche una vita pubblica come docente, non poteva permettersi di esporsi su cose considerate proibite, da non discutere. Non voleva cambiare la sua società.


AB: Mi vengono in mente due cose, una a favore del professor Franco Manni, l’altra invece in contrasto. Quella a favore è legata all’aspetto della società vittoriana bigotta, che non accettava l’omosessualità… eppure, già nell’Ottocento con Oscar Wilde e non solo, nella letteratura esistevano personalità che avevano aspetti omosessuali e li sottolineavano nelle loro opere. La controcritica che già mi faccio però è questa: Tolkien, venendo da una formazione cattolica, può aver eliminato questo aspetto dai suoi scritti, così come cancellava Jung dal suo saggio sulle fiabe. Si autocensurava.


FR: Gli scrittori che presentavano aspetti omosessuali nella propria produzione letteraria spesso lo facevano anche per provocazione e per andare contro le regole costituite della società, ma spesso proprio per questo finivano esuli, come lo stesso Wilde, o ai margini, come Turing.


AB: Sì, Wilde è morto esule e con la reputazione distrutta. Ugualmente erano provocatori Verlaine, Rimbaud, Baudelaire e altri.


FR: Tolkien non era un rivoluzionario, era comodo nel contesto sociale in cui era inserito, era un docente e un ricercatore molto riservato, con una famiglia numerosa, una casetta in periferia e una professione rispettabile. Era molto Bilbo Baggins, col panciotto e le tradizioni a cui non voleva rinunciare. Ma certamente nel Signore degli Anelli noi possiamo leggere un certo amore omosessuale tra Frodo e Sam, nel loro viaggio…


AQ: Anche Gollum!


FR: Certo, anche Gollum, il terzo incomodo. Gollum è innamorato di Frodo ed è gelosissimo di Sam. E Sam è geloso di Gollum e del legame che si crea tra loro, perché a mio avviso il legame sentimentale tra Frodo e Gollum è permeato da una sensualità molto forte. Sam ne era inevitabilmente geloso. Letto da ragazzo probabilmente queste interpretazioni non sono riconoscibili, ma da adulto, tra le righe, si scorgono in maniera evidente questi temi.


AB: La cosa più anomala di Tolkien è aver messo sia nello Hobbit che nel Signore degli Anelli, come protagonisti principali, due celibi.


FM: Non hanno una ragazza, ma neppure un ragazzo, un compagno.


FR: Dal mio punto di vista, però, Frodo ha invece due compagni. Ha un doppio, che è Gollum, con cui ha una storia molto intima. E ha un compagno, che è Sam e con il quale non abbiamo modo di capire se abbia o meno intrattenuto rapporti omosessuali o di amore, ma la mia sensibilità mi porta a credere nella possibilità che vi siano stati - e per cui da lettore li accetto di buon grado. Erano una coppia di fatto, secondo la mia sensibilità.


FM: Non dico che questo non sia possibile, dico solo che la stragrande maggioranza dei lettori di Tolkien non lo pensa, mentre esiste una minoranza abbastanza visibile che invece lo ritiene possibile. E contro quella minoranza gli altri alzano uno scudo di protesta: “Tu vuoi sessualizzare Tolkien!”. Però io trovo comunque strano che un personaggio come Frodo sia da giovane che da vecchio non abbia bisogno di un compagno o di una compagna. Più ancora di Bilbo, che è protagonista di una favola per bambini in cui non si problematizza questa cosa. Invece Frodo è protagonista di una favola per adulti. Questa cosa è difficile da pensare, perché esistono i celibi nella storia… pensiamo a Gesù o a tanti santi come Francesco d’Assisi… però il celibato non è la mancanza di desideri sessuali.


E: Tolkien nel raccontare la storia di Frodo salta dei pezzi, non ce la racconta anno per anno. Sorvola. Chissà. Non ci dice se si è innamorato, ma non sappiamo esattamente cos’è successo. A un certo punto ha la stessa età di Bilbo, ma non è impossibile immaginare che nei frammenti di vita non raccontati da Tolkien, Frodo abbia avuto delle relazioni o che in un dato momento si sia innamorato di qualcuno, semplicemente Tolkien non racconta quei momenti.


AQ: Lo stesso Anello, come oggetto di potere, che crea un legame strettissimo con chi lo possiede. Il rapporto tra il padrone dell’Anello e l’Anello stesso è qualcosa di molto sessuale. Sauron, con l’aiuto di Celebrimbor, ha creato un oggetto di cui si diventa succubi.


AB: Così come Celebrimbor si era legato a Sauron.


FM: Interessante il riferimento all’Anello, in effetti nella realtà sono i celibi a desiderare l’Anello. Nel Signore degli Anelli i celibi sono Gollum, Bilbo, Frodo, Gandalf e anche Saruman, mentre chi non lo desidera sono Tom Bombadil e Sam, due non-celibi, perché hanno una compagna.


AB: C’è anche Boromir tra i celibi che vogliono l’Anello. Però c’è l’eccezione di Galadriel.


FR: Galadriel lo vuole, eccome, l’Anello. E lei è da sempre in una coppia.


FM: Niente, la mia teoria è crollata.


FR: Quella tra Galadriel e Celeborn è una coppia libera.


FM: Però quel rapporto tra Gollum e l’Anello, il suo “tesssoro”, è un forse un riferimento alla sessualità perversa.


AQ: È anche la capacità di attrarre che l’Anello possiede.


FR: Anche Sauron alla fine è come un angelo caduto, che ha ceduto ai desideri carnali. Lui ha infuso l’Anello anche col suo desiderio sessuale, anche perverso.


FM: Dico una cosa banale ma vera: la pornografia è ciò che sostituisce il desiderio sessuale. Una cosa è il sesso e una cosa è la pornografia, sono cose estremamente diverse.


FR: Quando Tolkien rappresenta in maniera molto sensuale il rapporto con l’Anello di ciascun personaggio, parla di una vera e propria dipendenza, come con la droga, con il gioco e con il sesso, o la stessa pornografia. La pornografia può piacere, è legata alle fantasie e non c’entra con la realtà. È una rappresentazione visibile, a volte artistica, di perversioni o fantasie.


AB: Però possiamo dire che tanto più essa sostituisce la sessualità buona reale, tanto più diventa malata, tanto più diventa una dipendenza.


FR: Si può essere dipendenti sia dal sesso reale che dalla pornografia finta, ci può essere in entrambi i casi. Un esempio è nel film Hunger in cui Michael Fassbender interpreta un uomo dipendente sia dall’una che dall’altra, incapace di vedere la netta separatrice tra i due mondi. Questo è anche uno dei grandi problemi della nostra società contemporanea, per via dell’estrema facilità di accesso a canali pornografici.


FM: La mia esperienza – ma anche quella di altri – è che un tempo, dovendo andare a chiedere all’edicolante le riviste pornografiche, fosse più difficile l’accesso ad esse. C’era una barriera maggiore, perché ci si vergognava.



6. La sessualità e i suoi rapporti con la amicizia e con l'amore nelle opere di Tolkien: che importanza hanno i rapporti sentimentali-erotici-coniugali-sessuali riguardo all'amore per altre cose della vita e cioè per la natura, per la Terra di Mezzo, per la casa, per il proprio popolo, per gli ideali morali di libertà, ecc., e per gli amici?


FM: Che importanza hanno questi rapporti che possiamo chiamare di innamoramento, sia platonico che erotico, in qualche modo? Abbiamo detto che è una realtà che, seppur molto limitata, in Tolkien è comunque presente. Questi elementi che rapporto hanno con il resto della vita? Adriano ha citato Boromir, che non si voleva sposare perché voleva solo guerreggiare. Tolkien parla dell’amore per la natura, per le stelle o per i boschi, ad esempio. Ma esiste anche l’amore per gli ideali morali: la lotta contro il tiranno Sauron che vuole schiavizzare la Terra di Mezzo. O l’amore per gli amici, le buone azioni e i buoni legami senza erotismo. Dunque: tutto il mondo dell’erotismo, che rapporto ha con il resto? Anche in personaggi come Gandalf, che sembrano immuni dalla sessualità. O Aragorn, che pare rimandare il suo matrimonio finché non vincerà la sua personale battaglia. O ancora Sam, che deve “fare un lavoretto” prima di ricongiungersi con Rosie Cotton.


AB: Mi viene in mente un collegamento con la partenza di alcuni personaggi dai Porti Grigi. Ad esempio, Gandalf parte dopo aver sconfitto Sauron. Il suo status di celibe, quindi, finisce quando ha adempiuto al suo compito, la sua lotta morale. Bilbo, come Frodo, lasciano la Terra di Mezzo quando considerano finita la loro battaglia. Ma mentre quelli, come Aragorn, che possono avere una vita coniugale dopo la fine delle lotte contro il Male, rimangono nella Terra di Mezzo, i celibi, come Frodo, Bilbo o Gandalf, la lasciano.


FM: Partenza che significa la morte.


FR: Potrebbe essere che personaggi come Gandalf, Frodo o Bilbo, nelle Terre Imperiture abbiano il loro amore? Magari Gandalf, partendo, torna dalla sua donna, dal suo amore? L’amore che ha lasciato in sospeso perché ha dovuto affrontare la guerra? Si è incarnato, ha avuto questa parentesi pseudo-umana, ma la sua vita come Olorin non è spiegata… magari ha una casa o un focolare a cui tornare e dunque anche una vita sentimentale. Inoltre, le Terre Imperiture sono guaritrici; Frodo, ad esempio, è malato, questo potrebbe essere la causa della sua solitudine, senza un compagno di vita. Per certe persone il celibato è imposto dalla malattia del corpo. Io ho amici o amiche che hanno dovuto rinunciare ai piaceri della carne per una malattia del corpo. Mia madre, nel leggere il Signore degli Anelli, ha sottolineato l’immagine della ferita che non guarisce e il fatto che lui debba tornare nelle Terre Imperiture per far guarire il corpo. La malattia letale ti impedisce di avere un pensiero sentimentale o sessuale.


AB: Oppure una metafora anche di una malattia non solo fisica, ma anche mentale.


FR: Che impedisce al corpo di funzionare.


AB: Frodo dice che non trovava più piacere nel rimanere nella Terra di Mezzo, a un certo punto.


FR: Tutta la scena della salita a Monte Fato, con Frodo e Sam che parlano dei campi di fragole e della crema, è molto sensuale e legata al corpo umano e ai suoi sensi. Frodo, con l’Anello e la ferita inferta a Colle Vento dal Re Stregone, perde l’uso e il controllo del proprio corpo. Il suo corpo è rovinato. Il piacere fisico non è più possibile per lui. Può essere che tornando alle Terre Imperiture possa guarire dalla sua malattia. E una malattia analoga può aver colpito Bilbo. In chiusura vorrei anche parlare della storia dell’amore tra Ent ed Entesse, molto sottovalutata. Barbalbero e gli Ent sono devastati dall’assenza delle Entesse, la loro controparte femminile, vivono nel ricordo e nella nostalgia. Si può pensare che facessero anche l’amore.


FM: Sono depressi, perché sono lenti, parlano lenti.


FR: Sono molto sottovalutati. Ma colpiscono la fantasia. Sono basati sul ricordo di un amore perduto, molto romantico e sessuale. Tra l’altro le Entesse se ne sono andate di loro volontà, sono andate via. Ci sono ancora nel mondo, non sono sparite… solo che non stanno più con gli Ent. C’è anche un discorso femminista.


FM: Bene, con questo dichiaro conclusa la nostra riunione. Abbiamo parlato di tanti aspetti, è un mondo vasto e difficile, quello della sessualità in Tolkien. Grazie mille a tutti, alla prossima.







Traduzione in italiano del passo su Herendil ed Elendil da La strada smarrita e altri scritti, quinto volume della Storia della Terra di Mezzo


Passò sotto un arco di foglie lucenti e scese rapidamente i gradini scavati nella roccia fino alla spiaggia bianca. Elendil si guardò attorno, ma non riuscì a vedere suo figlio. Nella sua mente si formò l'immagine del corpo bianco di Herendil, forte e bello sulla soglia della prima età adulta, che fendeva l'acqua o giaceva sulla sabbia scintillante al sole. Ma Herendil non c'era e la spiaggia sembrava stranamente vuota.

"Herendil!" chiamò, e la sua voce echeggiò lungo la riva cava sopra il suono dolce delle onde che cadevano leggere. "Herendil!"

E proprio mentre chiamava, gli sembrava di sentire la propria voce, e di notare che era forte e curiosamente melodiosa. "Herendil!" chiamò di nuovo. Alla fine si udì una chiamata in risposta: una voce giovane e molto chiara venne da una certa distanza, come una campana che esce da una grotta profonda.

"Man-ie, atto, man-ie?"

Per un breve momento a Elendil sembrò che le parole fossero strane. «Man-ie, atto? Che succede, padre?" Poi la sensazione passò.

"Dove sei?"

"Qui!"

"Non posso vederti."

"Sono sul muro e ti guardo dall'alto."

Elendil alzò lo sguardo; e poi salì rapidamente un'altra rampa di gradini di pietra all'estremità settentrionale della baia. Sbucò su uno spiazzo pianeggiante e livellato sulla sommità dello sperone di roccia sporgente. Qui c'era spazio per sdraiarsi al sole, o sedersi su un ampio sedile di pietra con la schiena contro la scogliera, dalla cui parete cadeva una cascata di steli penduli ricchi di ghirlande di fiori blu e argento. Disteso sulla pietra, con il mento tra le mani, giaceva un giovane. Stava guardando il mare e non voltò la testa quando suo padre si avvicinò e si sedette sul sedile.

"Che cosa stai sognando, Herendil, che le tue orecchie non odono?"

"Sto pensando; non sto sognando. Non sono più un bambino”.

«So che non lo sei», disse Elendil; «E per questo motivo ho desiderato trovarti e parlarti. Sei così spesso fuori e lontano, e così raramente a casa in questi giorni.

Guardò il corpo bianco davanti a lui. Gli era caro e bellissimo. Herendil era nudo, perché si era tuffato dal punto più alto, essendo un tuffatore audace e orgoglioso della sua abilità. All'improvviso a Elendil sembrò che il ragazzo fosse cresciuto durante la notte, quasi senza rendersene conto.

"Come cresci!" Egli ha detto. “Tu hai le qualità di un uomo potente, e hai quasi finito di crearle.”»