2 Settembre 2023 –

Omaggio a Tolkien a Civitanova Marche (MC)

 

di Giuseppe Antonio Manni e  Paolo Sbaffi

 

 

Il 2 settembre si è tenuto anche a Civitanova Marche un evento in occasione dei 50 anni dalla morte di JRR Tolkien, presso l’oratorio della parrocchia di san Carlo Borromeo, con la collaborazione di vari enti locali (Centro Studi Civitanovesi, Archeoclub, Associazione storico-modellistica) e sponsor (AM modellismo, Mega comics). L’evento è consistito in due parti: una breve convention di giochi da tavolo pomeridiana e una conferenza serale.

Segue una cronaca delle gesta compiute quel giorno, trascritta dai suddetti storiografi molti mesi dopo i fatti, e che potrebbe essere quindi incompleta, inesatta e un po’ impertinente.

Ore 15:00: noi sottoscritti, insieme ai nostri fidi collaboratori Alvise Manni e il sig. redattore Franco Manni (affari di famiglia insomma), attendiamo l’arrivo delle prime ondate di pubblico a ranghi serrati. Per l’occasione una discreta collezione di giochi da tavolo, proveniente dalle nostre personali riserve, è stata schierata in ordine di battaglia, a presidio dei sei tavoli della sala. Silenzio di tomba. Tum. Tum. Tum. Arrivano…

O meglio arriva, uno dei suddetti fidi collaboratori, che sta pesantemente risalendo le scale con maiale salato procurato nei dintorni: è arrivata la carne! Inizia il bivacco, mentre solo noi due vigiliamo dall’alto del balcone, scrutando oltre la merlatura. Ricomincia l’attesa. Il dubbio serpeggia fra le truppe. Che l’orario al quale per problemi organizzativi ci siamo dovuti adattare abbia dissuaso gli avventori? Che i forestieri e i raminghi siano stati attratti dalla sagra su in paese, e distratti dal nobile compito di commemorare (allegramente) il Professore di Oxford? Sembra inoltre che i patti di fedeltà spergiurati da almeno una mezza dozzina di compari, dei quali la metà ci aveva assicurato che c’era una mezza possibilità che passassero per una metà del tempo in capo a una mezz’ora, siano stati vigliaccamente traditi, e dalla grande via a est non si intravedono rinforzi.

I primi ad arrivare sono invece, via whatsapp, i messaggi messaggeri di scuse e contrattempi da parte di chi aveva annunciato a mari e monti la sua presenza. Il meteo è benigno, ma considerando il richiamo del mare a due passi (non servono orecchie da elfo per udire il grido dei gabbiani) questo gioca probabilmente a nostro sfavore. Il tempo invece ci è sicuramente avversario, e ticchetta via portandosi dietro la nostra pazienza.

Alla fine però, quando i viveri stavano finendo e la speranza affievolendosi (specie per via dei viveri, ci suggerisce il fido collaboratore) uno straniero bussa al portone. Recupero subito gli sbandati andati a rifocillarsi in giro come hobbit e accogliamo lo straniero in pompa magna, donandogli lo stendardo dell’evento (un adesivo commemorativo).

Presentiamo al viandante le scelte disponibili: lunghi giochi strategici come la Guerra dell’anello e la Battaglia dei cinque eserciti; giochi più brevi come la Caccia all’anello e Lo Hobbit di Knizia; un semplice memory Lego a tema lo hobbit; uno scenario wargame skirmish con una trentina di miniature, Uruk-hai contro Gondor (strano incontro d’arme con una scusa raffaz… un retroscena tutto suo); il gioco di narrazione Hobbit Tales; uno scenario escape room EXIT a tema signore degli anelli. Un po' per tutti i gusti, e sicuramente più che sufficienti data la scarsa (sebbene simpaticissima) affluenza.

Lasciamo la scelta allo straniero: Hobbit Tales. Ci sediamo tutti al tavolo del Drago Verde e iniziamo a raccontare, storie confuse e misteriose, a cui la memoria ora aggiunge un altro strato di densa nebbia.

Una storia narrava di un hobbit spregiudicato alla ricerca di ricchezze, che non esita ad abbandonare la compagnia di nani che lo accompagna alle bocche di un temibile troll a due teste, solo per finire, abbandonate le guide, in mezzo ai tumuli sperduti, in potere di un’orrida creatura innominata, e nulla se ne sa più di lui. Un'altra di un avventuriero del Nord che catturato dagli orchi, viene liberato quando questi finiscono preda… di ragni giganti, con un lieto fine che si può immaginare. Lo straniero narrò la storia di un uomo che caduto in pozzo scappando dai lupi famelici, riesce miracolosamente a salvarsi e a tornare a casa, povero ma vivo. Forse perché è l’unica felice, forse perché lo straniero ha subito colto il modo giusto di raccontare, ai voti vince la partita.

Dopo un’oretta a raccontare storie passiamo ai fatti: 13 marzo 3019 Terza era, noi prendiamo il comando della compagnia di fanti dell’Anorien in ritirata verso Minas Tirith dopo la sconfitta a Cair andros, mentre lo straniero e il redattore comandano i servitori di Saruman, che sopravvissuti in pochissimi all’attacco di Eomer, vagando sono giunti fino alle soglie di Gondor. La battaglia è piccola ma violentissima, presso un casolare diroccato intorno a cui entrambi i contingenti tentano di barricarsi. La furia degli Uruk-hai prende alla sprovvista gli stanchi soldati Gondoriani, e in seguito gli Uruk riescono a comporre la formazione da battaglia, dando notevoli grattacapi al nemico, respinto da una compatta selva di picche. L’abilità e la tecnica degli Uomini soccombono alla forza bruta, con lo spadaccino Numenoreano più esperto trucidato in un batter d’occhio. Tuttavia alcune ex Guardie della cittadella, addestrate e determinate, ribaltano le sorti dell’incontro attaccando intelligentemente dal lato il nemico e facendo strage, mentre le spade ottuse degli Uruk non riescono a scalfire le corazze pregevoli dei Gondoriani. Alla fine, subite altissime perdite ed esausti, entrambi gli schieramenti si ritirano, considerando inutile farsi ammazzare senza difendere Minas Tirith gli uni, e inutile farsi ammazzare in generale gli altri. È un pareggio.

Lo straniero ci saluta e va per la sua strada, che chissà dove lo porterà. Noi rimaniamo a mettere a posto e a fare i conti. Speravamo di racimolare più persone, sicuramente ne avremo di più, già sappiamo, alla conferenza. Sicuramente è valsa la pena.

Ore 19:30 Vaghiamo per il campo di battaglia per un po’, rimettendo morti e feriti nelle loro scatolette imballate; torniamo al drago verde e riponiamo l’aria festosa densa di fumo d’erbapipa e di storie misteriose nell’appropriata confezione.  Chiusa la baracca, ci sfamiamo il necessario, scambiandoci pensieri sul pomeriggio appena trascorso. Il (per)fido collaboratore mi stuzzica: “oh, hai radunato una gran folla oggi”. Viene fulminato da due sguardi ad un tempo, e allora aggiunge “pochi ma buoni, intendo!”

Ore 21:30 ci trasferiamo nella sala di sotto, dove già si affolla (stavolta davvero) la gente per la conferenza, o meglio il dibattito aperto. Una trentina di persone prendono posto nella sala, mentre in cattedra vanno a sedere il prof. Alvise Manni come moderatore, e i nostri quattro oratori: il parroco di San Bartolomeo don Sergio Criscione, in qualità di nostro ospite e grande fan di Tolkien, come a forza di citazioni nelle omelie sanno ormai tutti i parrocchiani; il prof. Franco Manni, in qualità di accademico; Carlo Clapis e Valerio Gaetani della Associazione Storico Modellistica in qualità di appassionati o meglio, per usare le loro parole, Hobbit al consiglio di Elrond.

E come al consiglio di Elrond dopo una doverosa presentazione e dissertazione ad opera dei “saggi”, gli “hobbit” portano il discorso nel vivo presentando le loro tematiche. All’ordine del giorno argomenti dai più dotti ai più popolari, e la distanza fra “cattedra” e “platea”, già un metro o poco più nella realtà, si annulla subito anche sul piano relazionale, con tutti, spettatori e relatori, che prendono la parola per esprimere il loro pensiero. Si parla dell’impatto del contesto storico sulla scrittura del Signore degli Anelli; della particolarità dell’Unico Anello, male nascosto e tentatore; del cristianesimo in Tolkien; ci sono discussioni sui personaggi, movendo dal personaggio preferito di ciascuno (passerella molto più variegata del previsto: prendono voti tutti, da Gandalf beniamino del don, ad Eowyn, a Tom Bombadil, Galadriel, Gollum, fino ai nostri rispettivi Faramir e Sam), una riflessione in particolare riguardo ai personaggi femminili nell’opera; confronti con altre saghe, non senza un po’ di giocoso orgoglio fandom (della serie scusate Potterheads, ma ubi maior…), e vari altri argomenti.

Mezzanotte, si è fatto tardi, e saziati, almeno per ora, anche i nostri angoli più remoti di interesse Tolkieniano in una lunga dissertazione, alla buona ma proficua, la compagnia si scioglie.

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SI chiude qui questa cronaca: per chi fosse interessato segue un link di una registrazione del dibattito https://www.youtube.com/watch?v=fNWu5pbn0Qk. Difficile scrutare il futuro, ma, dato l’entusiasmo di chi ha partecipato, noi organizzatori abbiamo una mezza speranza di rendere questo evento annuale. Si vedrà.

 

 

la Via prosegue senza fine

Lungi dall’uscio dal quale parte.

Ora la Via è fuggita avanti,

Devo inseguirla ad ogni costo

Rincorrendola con piedi alati

Sin all’incrocio con una più larga

Dove si uniscono piste e sentieri.

E poi dove andrò? Nessuno lo sa